Marcello Guermandi

 

E’ sicuramente il mandolinista più conosciuto e attivo sulla scena bolognese dagli anni ’30 fino all’inizio degli anni 2000. Nasce a Bologna nel 1910 ed in giovane età (circa 14 anni), dopo aver seguito qualche lezione di teoria musicale, imbraccia il mandolino che diventerà il suo strumento per la vita. Nel ’37 di ritorno dal fronte africano costituisce il suo primo gruppo, Il Sestetto bolognese, col quale già da quell’anno suonerà anche all’EIAR (radio nazionale italiana) per un periodo di 6 anni. Purtroppo questa esperienza è fermata dalla guerra mondiale. Ricomincerà ad essere attivo nel secondo dopoguerra, agli inizi degli anni ’50. Suonò con varie formazioni di amici, soprattutto con il Gruppo Mandolinistico Bolognese oltre che essere chiamato frequentemente per parti di mandolino al Teatro Comunale di Bologna da affiancare all’orchestra del teatro. Era infatti usuale che prima dell’avvento dei corsi di mandolino al conservatorio i teatri si appoggiassero a strumentisti non diplomati ma di stimata fama nell’ambiente musicale cittadino. Guermandi era uno di questi, pur non avendo conseguito alcun diploma musicale aveva una buona lettura della musica e una tecnica ottima sullo strumento. Per capire l’evoluzione della scena mandolinistica bolognese ci affidiamo alle parole dello stesso Guermandi in uno dei suoi articoli per le varie riviste specializzate:

“[…] Finito il cataclisma che ha segnato il culmine dell’aberrazione umana [la seconda guerra mondiale, nda], i ‘residuati di guerra’ si sono contati fino a, via via, raggiungere poco più della ventina di uomini; poco a poco, poi, quasi estinguendosi verso gli anni Ottanta. Da quel momento, quando la ‘malattia cronica del mandolino’ non ti lascia pensare ad altro, solo od in compagnia del suddetti pochi, ho cominciato ad esibire i nostri cari strumenti nelle scuole pubbliche, e tenendo corsi annuali in diversi quartieri cittadini, approdando al fine nella limitrofa cittadina di San Lazzaro di Savena dove vigeva un ammirevole, vero fermento musicale. Dapprima i ragazzini, poi, cresciuti quelli, le mamme. Si, le mamme! Vera colonna della musicalità insita nella popolazione emiliano-romagnola ed italiana tutta. Oggi appena iniziato il tanto conclamato Duemila, il concertino ha raggiunto la quindicina di persone, cui vanno aggiunti un soprano ed un tenore. Ci divertiamo! A dir il vero la ‘botta di assestamento’ la dà, da circa un paio d’anni, bontà sua e con tanta pazienza, un vero Maestro, anzi Maestra: la prof. come dicono i ragazzi moderni, dott.ssa Maria Cleofe Miotti. […]”

Il gruppo dei Mandolinisti Bolognesi fu l’ultima formazione alla quale Guermandi partecipò oltre ad averla formata.

Muore all’età di 93 anni (nel 2003) durante le prove del gruppo imbracciando il suo strumento da lui soprannominato “il Cannone”.



Il Gruppo dei Mandolinisti Bolognesi. Al centro Marcello Guermandi (con una mandola tenore Mozzani. Alla sua destra Maria Cleofe Miotti (con Mandolino Pandini). La maggior parte degli strumenti sono di scuola bolognese
Il Gruppo dei Mandolinisti Bolognesi. Al centro Marcello Guermandi (con una mandola tenore Mozzani. Alla sua destra Maria Cleofe Miotti (con Mandolino Pandini). La maggior parte degli strumenti sono di scuola bolognese

 

Mandolinisti bolognesi

Come anticipato nella biografia di Marcello Guermandi, questo gruppo viene formato quasi casualmente grazie alla caparbietà del suddetto Maestro per non far morire la tradizione mandolinistica bolognese. Sul finire degli anni settanta, quando il tempo si è portato via pian piano tutti gli esponenti del cosiddetto “periodo d’oro del mandolino”, Guermandi in accordo con il comune di San Lazzaro di Savena tiene corsi di mandolino gratuiti presso la biblioteca comunale. La risposta è buona e in breve tempo gli allievi assieme al maestro ricostituiscono un nucleo di orchestra a plettro. La componente principale è quella femminile in quanto le mamme degli allievi più giovani si avvicinano allo studio dello strumento fino a diventare parte dell’organico. La formazione dal 1999 si pregia della presenza di Maria Cleofe Miotti, diplomata al conservatorio di Padova proprio in mandolino la quale alla morte di Guermandi ne raccoglie il testimone. All’inizio degli anni duemila oltre ai già citati Guermandi e Miotti, il gruppo dei Mandolinisti Bolognesi è formato da Anna Magri Cattoli, Renata Cavallari e Adriana Ruggeri (le mamme del nucleo iniziale) e Silvana Ravaglia che, lasciata la mandola che suonava nella formazione Flora di Como quando era giovane e trasferitasi a Bologna per amore, riprende a suonare all’incontro di questa formazione. Completavano l’organico Franco Ziccardi, medico di Faenza e gli ultraottantenni Nino Lovo, Sergio Morelli, Renato Castelli e Osvaldo Gagliardi che oltre al mandolino portava avanti la tradizione della chitarra bolognese a bassi volanti. Attualmente il gruppo comprende anche il chitarrista napoletano Gianfranco Tarsitano che esegue e canta brani del repertorio napoletano.

Negli ultimi anni dopo una ulteriore riduzione dell’organico i mandolinisti bolognesi si sono uniti al nucleo dei mandolinisti di Parma. Il gruppo è l’unico tutt’ora attivo in città.

Il repertorio è quello classico delle orchestre a plettro, spazia dai brani di operetta alla canzone melodica napoletana oltre a riduzioni di opere di Verdi, Mascagni, Bach e brani per mandolini di Sartori e Calace.

La Società Mandolinistica Persicetana durante una festa da ballo (1951)
La Società Mandolinistica Persicetana durante una festa da ballo (1951)

Società mandolinistica persicetana

 

La società mandolinistica persicetana viene fondata a San Giovanni in Persiceto (Bo) intorno agli anni venti da un gruppo di musicisti dilettanti, avrà una storia lunga quasi 50 anni, infatti gli ultimi membri suonarono fino agli anni 70 del '900 cioè purtroppo fino alla progressiva scomparsa di tutti i membri che negli anni l'hanno animata.

Sul primo periodo della sua storia che va dagli anni venti alla seconda guerra mondiale non si hanno al momento informazioni se non una foto di incerta datazione che ritraeva i membri della società.

Il secondo periodo, come successe per quasi tutte le formazioni mandolinistiche emiliane, riprende intorno agli anni ’50 in quanto la guerra ha fermato quasi tutte le attività ludiche e ricreative.

Era costituita da circa 7-10 elementi con una formazione variabile in base all’occasione. E’ documentabile l’attività della mandolinistica in concerto unito ad altri elementi in una orchestra più ampia diretta dal M° Narciso Graziani.

La formazione stabile comprendeva invece Sante Pancaldi al primo mandolino, Luppi all’altro mandolino, Armide Forni al violino e Cappelli alla chitarra bolognese (con bassi volanti).

Il repertorio spaziava dai brani dei operetta alle riduzioni di arie di opere liriche, dai valzer di Strauss alle canzoni melodiche e napoletane fino ai temi delle colonne sonore dei film in voga in quel periodo.

Le esibizioni avvenivano principalmente al teatro comunale di San Giovanni in occasioni ufficiali, ma visto che i membri erano tutti personaggi molto conosciuti dalla comunità locale avvenivano spesso concerti a feste da ballo che al tempo venivano organizzate da gruppi di amici privatamente ma che poi avevano luogo in spazi pubblici quali trattorie, osterie oppure in occasione di anniversari, matrimoni o veglioni.

 


Quartetto Mandolinistico Bolognese o Quartetto Zuffa

 

Il quartetto  prendeva il nome dal suo fondatore nonchè direttore dell'orchestra, Carlo Zuffa, primo mandolino.

Gli altri componenti erano Loris Landuzzi, secondo mandolino, Spartaco Lipparini, mandola e Giuseppe Domenichini, chitarra bolognese. Viene formato agli inizi degli anni '60 e l'attività principale era la collaborazione con circoli e associazioni cittadine (documentate sono le collaborazioni per giornate di svago con l'ass. Fameja Bulgneisa). Come nella totalità delle orchestre a plettro il loro repertorio era costituito da arie di opere, principalmente Verdi, e brani di Beethoven, Mozart, Cimarosa ecc. Essendo musicisti molto preparati, come si è già detto per Guermandi venivano scritturati anche per le stagioni operistiche del teatro Comunale di Bologna e di altri della regione per le parti di plettri presenti nelle opere liriche come ad esempio l'Otello di Giuseppe Verdi.



Quelli di Zola

Gruppo mandolinistico attivo sul territorio di Zola Predosa per un breve periodo, dal 1996 al 2004. Si forma grazie alla passione per la musica e gli strumenti a plettro di Norberto Fabbri che raduna alcuni amici anche al di fuori del territorio zolese per formare un gruppo di plettri e chitarre. Nella breve storia del gruppo, che si riunisce principalmente per passione e per passare qualche serata assieme, non mancano concerti tenuti in occasione di sagre, in centri sociali e feste varie. Il repertorio conteneva brani di colonne sonore, canzoni melodiche e napoletane e arie di opere. Anche in questo caso gli strumenti eranp principalmente di area emiliana (Mozzani e Masetti). Il gruppo era formato da 3 mandolini: Italo Casanova, Norberto Fabbri e Astro Zanetti, alla mandola Giovanni Bianchi e alle chitarre Giancarlo Bernardi, Saverio Ielo ed Ezio Meliconi.

Nel passato di Zola Predosa era presente un mandolinista molto stimato nelle situazioni da ballo, tant'è che tutti gli intervistati in questìarea se ne ricordano,  degli anni '50 e '60 di nome Mario Fini. Purtroppo non sono al momento riuscito a reperire altre informazioni su di lui.